È doveroso segnalare gli esiti deliberati dal Direttivo Provinciale di Potenza tenutosi in data 15 aprile u.s. presso la Casa Circondariale di Potenza – nella sala “Di Lorenzo”, per quanto riguarda le gravi problematiche emerse e manifestate con rabbia dal personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la medesima struttura. Si evidenzia…,
Reparto Femminile: dopo i gravi fatti avvenuti in data 21.12.2015, ancora oggi il reparto viaggia in emergenza con la solo presenza di 6 (sei) detenute, distogliendo personale femminile da altri compiti, come le cariche fisse, che comunque sia, deve assicurare l’attività del settore di appartenenza.
Non si comprende come mai, nonostante l’ampliamento del servizio di videosorveglianza effettuato di recente, non è stato previsto o meglio modificato l’attuale progettazione, prevedendo in via d’urgenza delle telecamere all’interno della sezione femminile (ad oggi unica area dell’Istituto sprovvista).
Si è registrato un malessere dovuto ad una mancata e regolare turnazione e ripartizione dei turni festivi, notturni e serali, compreso la rotazione dei vari posti di servizio, in netta opposizione agli accordi sindacali e normative vigenti in materia.
Ufficio Colloqui: il personale viene sempre prelevato quotidianamente per sopperire alle esigenze del servizio a turno. Su tre unità in servizio ( 2 di mattina e 1 di pomeriggio), viene assicurata la presenza di un solo Agente, che deve occuparsi: della corrispondenza telefonica detenuti, epistolare e telegrafica, di evadere tutte le pratiche inerenti i colloqui visivi, accertamenti ed informazioni alle FF.PP., N.O. AG. competente, stesura dei vari provvedimenti emessi dall’A.D., vigilanza e gestione colloqui avvocati e magistrati, videoconferenze con il Magistrato di Sorveglianza, nonché l’aggiornamento e l’inserimento dati al sistema Afis/colloqui – telefonate e avvocati.
Torretta Passeggi reparto Giudiziario: nonostante le numerosi sollecitazioni in merito all’inidoneità di detta postazione, la Direzione di Potenza ha solo rappresentato di aver richiesto l’intervento dell’ufficio Tecnico del Prap. Da notizie assunte, sembrerebbe che i Tecnici dell’Amministrazione non hanno trovato soluzioni alternative né tantomeno ad un possibile intervento strutturale. Si evidenzia la mancata idoneità certificata anche dal medico competente, ma nonostante tutto, l’Amministrazione impone lo svolgimento del servizio al personale di polizia penitenziaria in un gabbiotto di circa 1mq.
Ovviamente, in caso di un eventuale malore del lavoratore all’interno di una cabina priva di aria, soprattutto nel periodo estivo, il datore di lavoro NON potrà sottrarsi alle proprie responsabile oggettive e soggettive (in questo caso), previste dal dlgs 81/08-
Mensa obbligatoria di servizio: caos nella programmazione dei cambi per consentite al personale del servizio a turno la consumazione del pasto. Per assicurare la fruizione della MOS, vengono utilizzati anche gli addetti alle cariche fisse presi alla rinfusa, senza un criterio logico, privilegiando alcuni uffici a discapito di altri. È necessario rivedere la pianificazione attuale, prevedendo con le dovute disposizioni una nuova programmazione che includa tutti i settori, nessuno escluso, in ordine di esigenze e priorità, in modo che nessun ufficio venga chiuso per tanto tempo.
Un intervento in materia eviterebbe tanti malumori (che in effetti si ripercuote sul servizio in negativo), ma soprattutto assicurerebbe anche la funzionalità e continuità dei singoli uffici, nell’interesse della stessa Amministrazione (ved. nota UIL n. 387 del 29.03.2016 ancora non evasa).
Piano Ferie estivo: la Direzione incurante delle esigenze dei lavoratori, continua ad emanare il piano ferie estivo in base a dei criteri concordati in sede di Provveditorato nel lontano 2011 (sei turni da 15 gg). Oggi risultano superati in considerazione delle linee guide dell’A.P. in merito al benessere organizzativo del personale, per cui, è eloquente il disagio esistenziale del personale in tutto ciò, aggravato dalle attuali precarie condizioni lavorative e dai carichi di lavoro e di sofferenza psicologica (ved. Nota n° 389 del 04.04.2016)
Sistemi di videosorveglianza: le telecamere non funzionano regolarmente, probabilmente con l’integrazione del servizio di videosorveglianza, il server di gestione non è stato ampliato, per cui attualmente le relative immagini in più occasioni sono altalenanti, arrivano e spariscono dai monitor o meglio ancora, sono differite per 4-5 secondi (come un fermo immagine).
Anche su questo punto il direttivo, ha sottolineato la totale assenza d’informativa alle OO.SS. dell’installazione dei sistemi di videosorveglianza. La Direzione incurante delle precisazioni del Garante della Privacy, ha continuato ad operare senza cognizione di causa, nonostante l’obbligo sancito dall’Ufficio Affari Legali e di Giustizia del Garante per la Protezione dei dati personali, che ha richiamato la sussistenza di una specifica disciplina in tema di applicazione di tecnologie finalizzate a garantire la sicurezza e la incolumità dei dipendenti e degli stessi detenuti e che hanno, altresì, un impatto sui lavoratori. Detta disciplina prevede la consultazione sindacale in luogo della più complessa procedura prevista dall’art. 4 dello statuto dei lavoratori (accordo sindacale o in mancanza, autorizzazione dell’ispettorato del lavoro).
È emerso dalla lettura dei documenti, che il Direttore ha comunicato al Garante, che la materia è stata oggetto di trattazione sindacale in data 20.04.2014. Le informazioni fornite non risultano corrispondenti al vero, in quanto nessun incontro con le organizzazioni sindacali è avvenuto nella data indicata, ma bensì risulta un solo incontro nella giornata del 29.04.2014 avente per oggetto solo ed esclusivamente “esecuzione sentenza Torreggiani – esame congiunto”, nulla a ché fare con i sistemi di videosorveglianza. (ved. verbale), pertanto, questa Segreteria si riserva di segnalare il tutto agli organi competenti.
Premesso quanto sopra, nella Casa Circondariale di Potenza si riscontra un clima lavorativo apatico e pesante, emerso dalle lamentele dei lavoratori, che vivono oggi a stretto contatto con una realtà di disagio, di sofferenza psicologica, che potrebbe conseguire anche l’indebolimento delle capacità di reazione con conseguente rischio di enfatizzazione di ogni momento di attrito interpersonale, talvolta ai limiti della sopportazione.
Il peso delle pressioni negative nell’ambito del turno di servizio, dai ripetitivi cambiamenti del posto di servizio, dagli eccesivi carichi di lavoro, abusi, soprusi e disuguaglianze, comporta una totale negatività sia lavorativa sia psicologica.
I fattori sopra indicati, sono elementi scientifici che possono essere accreditati al Burn Out, per il rischio cedimento allo stress elevato: carichi di lavoro – ripetitività del lavoro – insicurezza – rischi per la salute, come l’alto tasso di assenteismo che deve far riflettere.
La mancata rotazione dei posti di servizio delle cariche fisse comporta anche una negatività in generale, sia all’interno dell’organizzazione del lavoro sia in quei canoni di progettualità del benessere lavorativo. Gli interpelli sono fermi dal lontano 2011 in quanto la Direzione di Potenza ritiene forse, che i criteri previsti dal protocollo d’intesa regionale del 2007, sono ormai superati e insufficienti a sostenere un’organizzazione che è stata oggetto negli ultimi anni, di notevoli modifiche operative e normative.
Per la UIL è pur vero, ma è anche vero che sino all’eventuale stesura di un nuovo P.I.R., restano sempre in vigore quelli vigenti e, laddove dovessero emergere delle contrapposizioni su alcuni punti, potranno trovare sicuramente soluzioni alternative e palliative nella sottoscrizione del protocollo d’intesa locale (tra l’altro così come avvenuto negli Istituti di Matera e Melfi), ovviamente dopo la rivisitazione dell’organizzazione del lavoro; per la realtà Potentina, appare impossibile procedere in tal senso, solo per una mancanza di volontà.
Per quanto sopra, si diffida codesta Direzione ad intervenire con celerità al fine di abbattere dette criticità, precisando che: “un’organizzazione è sana non se è immune da manifestazioni di disagio, ma quando è capace di fronteggiare in modo efficace le problematiche che possono insorgere al suo interno”.
Al Provveditorato Regionale per la Puglia e Basilicata, si chiede un intervento in merito in qualità di garante, in modo da evitare eventuali spiacevoli e sgradevoli episodi esasperati, che possono insorgere in un ambiente “sofferente”, come nel caso specifico.
Nell’attesa di un riscontro, si porgono cordiali saluti
f.to Donato Sabia - Segretario Regionale UILPA Polizia Penitenziaria